giovedì 1 febbraio 2018

Understanding of the implications of lay spirituality - Comprensione delle implicazioni della spiritualità laica


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To better understand the implications of lay spirituality it is necessary to step back in time, bringing attention to the formative dawn of Advaita Vedanta, the non-dual knowledge of Reality, expressed in the terminal portions of the Vedas (Vedanta) and Upanishads. For example, in the commentary on the Taittiriya Upanishad made by the great sage Shankaracharya, who lived in the fifth century, this is said:

"Knowledge and ignorance belong to the realm of name and form; they are not the attributes of the Self ... And they -name and form- are "imagined" (superimposed) as are day and night in reference to the sun ".

The similarity with the sun is very appropriate here. From the point of view of the sun there is neither day nor night and yet without the reference to the sun there can be neither day nor night. It is only in the perspective  of the observation from the earth that day and night have meaning and are superimposed on the sun. Likewise in the pure Self (the absolute non-dual Consciousness) there is no knowledge or ignorance. These are relevant only to the finite intelligence (the dual mind), but still these can take on meaning only if superimposed on the Self.

The Self, which is the Absolute Reality, has the nature of Absolute Knowledge, not not as  a mental  recognition but in that of unconditional Awareness. And it is this same Awareness that underlies the empirical  knowledge/ignorance, the same that produces the mirage of name and form ....

Paolo D'Arpini



Testo Italiano

Per comprendere meglio le implicazioni della spiritualità laica occorre fare un passo indietro nel tempo, riportando l’attenzione all’alba formativa  dell’Advaita Vedanta, la conoscenza non-duale della Realtà, espressa nelle porzioni terminali dei Veda (Vedanta) e nelle Upanishads. Ad esempio nel commento fatto sulla Taittiriya Upanishad fatto dal grande saggio Shankaracharya, vissuto nel V  secolo, così viene detto:

“Conoscenza ed ignoranza appartengono al reame di nome e forma; essi non sono gli attributi del Sé… Ed essi -nome e forma- vengono “immaginati” (sovraimposti) così come lo sono il giorno e la notte in riferimento al sole”.

La similitudine con il sole è qui molto appropriata. Dal punto di vista del sole non c’è né giorno né notte e ciononostante senza il riferimento al sole non vi può essere né giorno né notte. E’ solo  nella prospettiva dell’osservazione dalla terra che giorno e notte hanno un significato e vengono sovrapposti al sole. Allo stesso modo nel puro Sé (l’assoluta Coscienza  non-duale) non sussiste alcuna conoscenza né ignoranza. Queste sono rilevanti solo per l’intelligenza finita (la mente duale), ma ancora queste possono assumere un significato  solo se sovrapposte al Sé.

Il Sé, che è la Realtà Assoluta,  ha la natura della Conoscenza Assoluta, non nel senso di una comprensione mentale ma in quello di Consapevolezza incondizionata. Ed è questa stessa Consapevolezza che è alla base della conoscenza-ignoranza empirica, la stessa che produce il miraggio di nome e forma….

Paolo D’Arpini  

1 commento:

  1. Commento di Sri Nisargadatta Maharaj: “You are Pure Consciousness. Your true nature (existence) is beyond description. It (existence) cannot be known with the mind, yet it exists. It is the source of everything. You become what you believe. How powerful are the effects of beliefs. Be aware of this truth. Know that you are (exist) before knowing anything else (concepts or experiences)...”

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